Di citazione in citazione. Ormai si può dire che la politica monetaria viene fatta, almeno dalle “nostre parti”, con riferimenti che nulla hanno a che vedere con l’economia. Se circa 20 giorni fa Fabio Panetta, membro del board BCE, aveva citato Lucio Battisti, affermando, riferendosi alla politica monetaria della Banca Centrale Europea, che non possiamo “guidare come un pazzo a fari spenti nella notte”, oggi è la volta del Governatore Bankitalia, Vincenzo Visco, anche lui, in quanto tale, membro del board. Se il suo collega aveva preso spunto da quello che forse è il più noto cantautore italiano, Visco invece guarda a quello che, almeno in epoca recente, è il più noto poeta italiano, Eugenio Montale. Nel suo intervento in una conferenza, infatti, nel commentare la situazione in cui ci troviamo, ha dichiarato “non sappiamo abbastanza: posso solo dire ciò che non siamo, ciò che no vogliamo”, le parole conclusive di una sua celebre poesia (Non chiederci la parola che squadri ogni lato), dalla raccolta Ossi di seppia. Ciò che non vogliamo, ha aggiunto, “è un’inflazione alta e persistente”.
L’affermazione di Visco arriva dopo che Robert Holzmann, a capo della Banca Centrale Austriaca, ieri ha detto che il prossimo rialzo dei tassi, da parte della BCE, dato quasi per certo dello 0,50%, sarà il primo di quattro dello stesso tenore: se così fosse, significa che il punto di arrivo, per i tassi europei, sarà al 4,50%, un livello ben più alto di quanto si pensava sino a poche settimane fa. Una dichiarazione che stride in maniera evidente con quanto sostenuto dalla Presidente Christine Lagarde, che invece, per quanto decisa a combattere il caro prezzi, continua a sostenere (allineata, su questo aspetto, al Presidente Fed Jerome Powell), che la Banca Centrale non segue una “rotta” predeterminata, bensì prenderà le decisioni più opportune di volta in volta, valutando con attenzione ciò che i dati diranno sullo stato di salute o meno dell’economia.
Appare sempre più evidente, peraltro, la “divaricazione” tra chi, come Holzmann, appoggiato da nomi di peso, come il capo della Bundesbank, Joachim Nagel, vuole una BCE molto attiva e sempre più rigorosa, e chi, come appunto il nostro Visco, ritiene che ci debba muovere con sempre maggior attenzione e molta cautela. L’unica cosa che sembra accomunare le 2 scuole di pensiero è la necessità di riportare i prezzi all’obiettivo del 2%, mentre per il resto le strategie divergono profondamente.
Siamo comunque in una fase in cui i mercati, più che ai “fatti”, sembrano più attenti alle “parole”, e all’uso che ne viene fatto.
Ne abbiamo avuto un chiaro esempio ieri. Il giorno precedente avevano (i mercati) pagato “pegno”, accogliendo in maniera piuttosto negativa le dichiarazioni di Powell, che aveva ribadito che la FED avrebbe tirato dritto, senza se e senza ma, sul rialzo se le condizioni lo facessero ritenere necessario, al punto che in molti si sono lanciati in previsioni di “pivot” al 5,75%. È bastato che ieri dichiarasse che “sottolineo il fatto che nessuna decisione è stata presa” per vedere cambiare l’umore degli operatori, con le chiusure europee positive in scia a quelle di Wall Street.
Mercati che sembrano, in questo periodo, non avere idee molto chiare sul momento che stiamo attraversando.
Da una parte, infatti, vediamo i mercati obbligazionari dare quasi per certo l’arrivo della recessione, con i rendimenti dei titoli a breve molto superiori a quelli a lungo, con un’inversione della curva mai così ampia (negli USA il differenziale 2-10 anni ha raggiunto i 109 punti, con il titolo a 2 anni al 5,08%, contro il decennale al 3,99%); all’opposto, i mercati azionari vedono come remota la possibilità che l’economia ritracci, come confermano gli andamenti positivi di questo primo scorcio d’anno. E anche se, nelle ultime settimane, sembra che la spinta si sia un po’ fermata, di certo stanno dimostrando una tenuta più che solida.
Questo è lo spirito con cui si apre la giornata.
Le borse asiatiche, tanto per cambiare, sembrano viaggiare a 2 velocità. A Tokyo, anche oggi il Nikkei sembra fare “da lepre”, con le quotazioni nuovamente in rialzo (+ 0,63%) nel giorno in cui sono attesi i dati sul Pil del 4° trimestre 2022.
Si muovono al ribasso, invece, le borse di Shanghai e di Hong Kong, con ribassi peraltro modesti (Shanghai – 0,22%, Hang Seng – 0,45%).
Deboli anche Seul e, in India, Mumbai.
Futures sulla parità un po’ ovunque.
Poco mosse le materie prime: il petrolio si conferma sui valori di ieri, con il WTI a $ 76,64, – 0,12%.
In ripresa il gas naturale Usa, a $ 2,60, + 1,7%.
Oro sempre nel “range” basso, vicino a $ 1.800 (1.819).
Spread a 177,5 bp, con il BTP al 4,41%, dal 4,51%. Sempre in tema di BTP, da segnalare il nuovo successo del collocamento del BTP Italia. Le sottoscrizioni riservate ai privati, che si sono concluse ieri (oggi giornata dedicata agli Istituzionali), ha fatto segnare una raccolta di € 8,563 MD, la seconda di sempre (preceduta sola da quella del Maggio 20, in piena pandemia, che aveva toccato il record di € 14 MD).
Bund a 2,64%.
Treasury al 3,99%.
Sempre sostenuto il $, a 1,0559.
Tiene il bitocoin, a $ 21.708.
Ps: Nat King Kole, per quanto sia scomparso molto giovane (nel 1965, all’età di 46 anni) è ancora oggi uno degli interpreti più famosi al mondo. Da ieri lo è probabilmente ancora di più. Hanno infatti fatto il giro del mondo immagini che rimarranno impresse nella memoria di molti. Durante i funerali, a Biarritz, di un’insegnante di 53 anni, uccisa nei giorni scorsi da un alunno con dei problemi psichiatrici, il marito, Stephane, si è messo a ballare sulle note di Love, una delle più celebri canzoni di Kole. Lo ha fatto in quanto si erano conosciuti ballando e quella era la canzone che ballavano spesso. La conferma che i gesti, molto spesso, contano molto, molto di più delle parole.